Il guifi: l’esperienza spagnola di indipendenza tecnologica

scritto per il Report on Global Right 2018

Siviglia è una città piena di contraddizioni, radicate nel latifondismo spagnolo mai superato e nelle sue profonde disuguaglianze sociali, fermamente aggrappata al suo stile di vita e alle sue tradizioni culturali. Abitudini e consuetudini che in parte la rendono meno permeabile all’individualismo estremo perseguito dal capitale. Seppur con una forza che va assottigliandosi, qui la comunità è ancora un concetto vivo, insito nella vita e nei rapporti sociali e la lentezza un valore spesso rivendicato. Da quaggiù i tumulti catalani ed i colpi di scena dei palazzi della capitale risuonano spesso come echi lontani. E’ un luogo insolito dal quale osservare come il fermento sociale e politico che non ha smesso, seppur in forme diverse, di attraversare il paese a partire delle accampate del movimento 15M si innesti nella peculiare identità della città.

Una delle interessanti esperienze spagnole maturate negli ultimi anni nell’ambito del procomún ( “commons” in castigliano) arriva proprio dalla Catalogna e parla di indipendenza tecnologica. Si chiama Guifi.net ed è la più grande rete al mondo gestita dagli stessi utenti.

Il progetto nasce nel 2004 nella comarca di Osona, non lontano da Barcellona, per risolvere le difficoltà di accesso ad Internet con banda larga nelle aree rurali, dove gli operatori tradizionali delle telecomunicazioni non avevano interesse né ad investire né ad offrire servizi.

Utilizzando collegamenti radio con router wifi i cittadini iniziano volontariamente a sviluppare una propria infrastruttura di rete collegando punti geografici diversi (i cosiddetti nodi) : case, uffici, fattorie, edifici pubblici con l’obiettivo di rendere possibile l’accesso ad internet laddove necessario.

Qualche anno dopo nasce la fondazione Guifi.net per promuovere lo sviluppo di una rete aperta, libera e neutrale basta su modello di economia sociale e collaborativa.

Oggi i nodi attivi sono circa 36.ooo nelle penisola iberica e non solo. L’idea fondamentale della rete Guifi è che chiunque con una semplice antenna può partecipare allo sviluppo dell’infrastruttura che è quindi di proprietà della comunità di utenti. Ovvero la rete è di tutti e di nessuno.

Una volta in rete si può scegliere di mettere in comune servizi e dati, dalla connessione a internet ad una periferica, da un archivio ad un elenco di processi. Per esempio un condominio può decidere di collegarsi e condividere la connessione a internet, un archivio di dati, una stampante comune riducendo allo stesso tempo la spesa e l’impatto ambientale.

L’impatto ambientale dell’era digitale è infatti spesso sottovalutato. Come scrive l’attivista Silvia Ribeiro in un suo recente articolo su un tema poco affrontato soprattutto nell’ambito ecologista: “ Uno degli aspetti più pesanti e allo stesso tempo “invisibili” dell’era digitale, è che contrariamente a quanto si potrebbe pensare, gli impatti materiali sull’ambiente, sulle risorse e sulla domanda di energia sono enormi. Jim Thomas,condirettore del Gruppo ETC, lo esemplifica in tre settori: l’iceberg dell’infrastruttura digitale, la domanda di archiviazione dei dati e la vorace domanda energetica per l’uso delle piattaforme digitali”.

Condividendo l’infrastruttura, l’uso dei campi elettromagnetici e i dispositivi di archiviazione l’impatto ambientale potrebbe essere drasticamente ridotto.

La rete Guifi funziona come una maglia dove tutti gli utenti sono collegati fra loro. Il segnale sulle grandi distanze viene trasportato da antenne più potenti (super nodi) ai quali gli utenti si collegano con delle piccole ed economiche antenne (nodi).

Dove la comunità è più sviluppata e la densità degli utenti raggiunge una certa massa critica è possibile accedere a una connessione con fibra ottica. Questi servizi sono resi da imprese locali che utilizzano l’infrastruttura comune e allo stesso tempo contribuiscono al suo sviluppo ed alla sua manutenzione.

A Siviglia il primo super nodo è stato installato tre anni fa nel luogo simbolo della resistenza della città. La casa grande del Pumarejo, è un edificio storico situato nella parte nord del centro, una delle poche case “de corral” che si conservano intatte (la tipica casa sivigliano dove le le abitazioni affacciavano su un patio dedicato alle attività comuni). Un quartiere che ha una lunga storia di resistenza ma che è ormai investito dalla seconda ondata di gentrificazione. La prima espulse negli anni ’90 la popolazione storica di estrazione operaia per rimpiazzarla con giovani izquierdisti e progressisti di classe media, che a loro volta stanno abbandonando il quartiere a causa della turistificazione selvaggia che ha ridotto drasticamente il numero di appartamenti disponibili per i residenti ed ha reso il costo degli affitti insostenibile. Nel 2000 il tentativo di trasformare la casa del Pumarejo in un albergo di lusso viene respinto con una compatta reazione collettiva, che non solo impedisce la vendita dell’edificio ma riesce anche ad ottenerne la classificazione di monumento e l’acquisizione da parte dell’amministrazione locale. Da allora è in corso un braccio di ferro sulle necessarie opere di ristrutturazione. Le associazioni, i collettivi, gli attivisti che animano la casa del Pumarejo non cedono alla volontà dell’Ayuntamiento di volerne unilateralmente decidere la destinazione d’uso e pretendono un processo partecipato che riconosca l’uso sociale degli ultimi 20 anni e la forma di vita comunitaria tipica dei suoi abitanti, di cui oggi restano due anziane signore.

E’ naturale quindi che i sei attivisti che hanno dato vita a SevillaGuifi trovino accoglienza nella casa del Pumarejo guadagnando anche il sostegno della Rete Moneta Sociale Puma. La rete ha creato una moneta locale che si utilizza per scambiare prodotti e servizi nel quartiere senza ricorrere alle banconote. E’ basato sul sistema anglosassone LETS (Locale exchange Trade System), un meccanismo attraverso il quale si acquisiscono crediti e debiti in funzione di cosa e quanto si scambia con gli altri membri della comunità. La rete garantisce poi a chi ne fa parte di poter accedere a prodotti di prima necessità attraverso una centrale di rifornimento organizzata settimanalmente in collaborazione con produttori locali. Tra le sue attività anche il “puma funding” una piccola linea di finanziamento per progetti virtuosi di economia locale.

E’ in questo ecosistema sociale e con un prestito di 2000 Euro della moneta locale che tre anni fa viene installato il primo Super Nodo al Pumarejo. Siviglia entra nella rete la Guifi. Da allora la rete è cresciuta ed altri super nodi sono stati installati in città.

Ma quali sono i fondamenti teorici del Guifi e quali le sue implicazioni pratiche?

Innanzitutto lo sviluppo di una rete libera da controlli e condizionamenti. Ogni utente possiede un pezzetto dell’infrastruttura e nessuno è in grado di spegnere l’interruttore o condizionarne il funzionamento. Questo aspetto ha importanti ricadute pratiche in un’ epoca in cui repressione e limitazione della libertà di espressione vengono ogni giorno messe a repentaglio dallo stato e dal mercato. Un esempio recente è il referendum autorganizzato per l’indipedenza della Catalogna del 1 ottobre 2017. I giorni precedenti la consultazione la Guardia Civil, su ordine della procura, ha obbligato tutti gli operatori delle telecomunicazioni a bloccare l’accesso alla pagina web “referendum.cat” che riportava informazioni ed istruzioni per la partecipazione dei cittadini al voto e ad altre decine di siti web che appoggiavano il processo. Quest’ordine non ha potuto colpire la rete Guifi non essendoci nessuno che controlla e distribuisce la comunicazione e non avendo nessuna relazione con organismi statali. Tutti gli utenti hanno infatti continuato ad avere accesso alle pagine bloccate.

Al principio di rete libera si affianca quello di neutralità. La rete è infatti indipendente dai suoi contenuti, non li condiziona e circolano liberamente. Gli utenti possono accedere e produrre contenuti indipendentemente dalle loro possibilità finanziarie o condizioni sociali. Non esiste alcun filtro.

Al principio questo tema è stato oggetto di dibattito” spiega Pablo Mallén Pascualvaca uno de fondatori di Sevilla Guifi “ma il punto è che chi vuole utilizzare la rete per veicolare contenuti contrari ai nostri principi etici può farlo con qualsiasi tecnologia, il nostro obiettivo è garantire uno strumento di resistenza alla società civile. E’ come il protocollo Onion Routing, che permette attraverso una serie di reindirizzamenti di rendere anonima la navigazione, ovviamente può essere utilizzato anche da organizzazioni criminali che però avrebbero in ogni caso tutti i mezzi per accedere a tecnologie analoghe. Il problema sono, ad esempio, tutti i giornalisti che lavorano in quei paesi dove si rischia la vita ogni giorno, spesso senza mezzi per comunicare o inviare informazioni all’esterno”.

Credo che un altro concetto importante del nostro progetto sia la resilienza” continua Pablo “se una parte della rete si danneggia o viene meno la rete continua a funzionare. Anche le connessioni ad operatori esterni dei super nodi hanno connessioni via radio di riserva”.

A ben vedere il concetto di resilienza caratterizza il Guifi al di là degli aspetti tecnici e la modalità con la quale la rete ha raggiunto Siviglia ne è una dimostrazione concreta. La decentralizzazione della rete consente di fatto una rilocalizzazione dei servizi andando a sostegno di un modello di economia collaborativa e di filiera corta alternativa al monopolio delle multinazionali. Ciò è possibile grazie ad un’altra caratteristica importante del Guifi, ovvero la sua apertura. La rete mette a disposizione la conoscenza tecnica e l’accesso pubblico a tutte le persone interessate a favorire la crescita e lo sviluppo dell’infrastruttura evitando dipendenze tecnologiche.

L’infrastruttura è di fatto il bene comune e la gestione collettiva il fattore che ne garantisce la libertà, la neutralità e la resilienza.

Chiunque può partecipare allo sviluppo o al miglioramento della rete a livello individuale, collettivo o di economia etica e di piccola scala. L’accordo tra gli utenti è sancito dal contratto di adesione e licenza RALN (Red de Telecomunicaciones Abierta, Libre y Neutral).

Allo scopo regolare il rapporto con soggetti economici la Fondazione Guifi.net ha stipulato una serie di accordi con imprese, professionisti e associazioni che agiscono come operatori di rete e fornitori di servizi. Gli operatori e i fornitori di Guifi.net collaborano a sviluppare e mantenere la rete come un bene collettivo aperto a tutti. Gli è consentito condurre un’attività economica per offrire agli utenti dei servizi di telecomunicazione a prezzi differenti utilizzando l’infrastruttura comune.

La fondazione incoraggia l’investimento nella rete e permette che questo generi un ritorno giusto sia a livello economico che sociale. Ciò avviene attraverso un sistema di compensazioni, ovvero un insieme di criteri per riconoscere i costi sostenuti in relazione allo sviluppo della rete ed i benefici ottenuti in proporzione all’utilizzo dell’infrastruttura. A tal fine lavorano diversi “tavoli di compensazione” nei quali partecipano tutti gli attori coinvolti sulla base di alcuni parametri quali il miglioramento, la manutenzione e l’efficacia della rete e la sua gestione come “banca” di risorse comuni.

Le imprese che collaborano con il Guifi sono per la maggior parte cooperative, come per esempio Somos Conexión, sorella minore della più antica Som Energia la prima cooperativa di energia pulita della Spagna, che offre ai suoi soci servizi di telefonia fissa e internet contribuendo allo sviluppo della rete di fibra ottica.

Dopo aver portato il Guifi in città stiamo cercando anche noi di costituire una cooperativa locale per contribuire allo sviluppo del progetto ed offrire servizi di telecomunicazione liberi ed indipendenti, basati su un modello di economia sociale. Ancora il numero degli utenti non è altissimo, ma stiamo continuando a crescere” conclude Pablo.

A Siviglia le buone pratiche sociali avanzano, al suo ritmo lento, grazie ad un tessuto sociale ancora vivo.

Bibliografia

Fodazione guifi: https://fundacio.guifi.net/

Guifi.net: https://guifi.net/

Casa Grande del Pumarejo: http://www.pumarejo.es/

Pumarejo: http://www.dalbasso.net/il-pumarejo-a-siviglia-resistenza-beni-comuni-e-moneta-sociale/

Silvia Ribeiro: https://comune-info.net/2018/05/limpatto-invisibile-dellera-digitale/

Siviglia è una città piena di contraddizioni, radicate nel latifondismo spagnolo mai superato e nelle sue profonde disuguaglianze sociali, fermamente aggrappata al suo stile di vita e alle sue tradizioni culturali. Abitudini e consuetudini che in parte la rendono meno permeabile all’individualismo estremo perseguito dal capitale. Seppur con una forza che va assottigliandosi, qui la comunità è ancora un concetto vivo, insito nella vita e nei rapporti sociali e la lentezza un valore spesso rivendicato. Da quaggiù i tumulti catalani ed i colpi di scena dei palazzi della capitale risuonano spesso come echi lontani. E’ un luogo insolito dal quale osservare come il fermento sociale e politico che non ha smesso, seppur in forme diverse, di attraversare il paese a partire delle accampate del movimento 15M si innesti nella peculiare identità della città.

Una delle interessanti esperienze spagnole maturate negli ultimi anni nell’ambito del procomún ( “commons” in castigliano) arriva proprio dalla Catalogna e parla di indipendenza tecnologica. Si chiama Guifi.net ed è la più grande rete al mondo gestita dagli stessi utenti.

Il progetto nasce nel 2004 nella comarca di Osona, non lontano da Barcellona, per risolvere le difficoltà di accesso ad Internet con banda larga nelle aree rurali, dove gli operatori tradizionali delle telecomunicazioni non avevano interesse né ad investire né ad offrire servizi.

Utilizzando collegamenti radio con router wifi i cittadini iniziano volontariamente a sviluppare una propria infrastruttura di rete collegando punti geografici diversi (i cosiddetti nodi) : case, uffici, fattorie, edifici pubblici con l’obiettivo di rendere possibile l’accesso ad internet laddove necessario.

Qualche anno dopo nasce la fondazione Guifi.net per promuovere lo sviluppo di una rete aperta, libera e neutrale basta su modello di economia sociale e collaborativa.

Oggi i nodi attivi sono circa 36.ooo nelle penisola iberica e non solo. L’idea fondamentale della rete Guifi è che chiunque con una semplice antenna può partecipare allo sviluppo dell’infrastruttura che è quindi di proprietà della comunità di utenti. Ovvero la rete è di tutti e di nessuno.

Una volta in rete si può scegliere di mettere in comune servizi e dati, dalla connessione a internet ad una periferica, da un archivio ad un elenco di processi. Per esempio un condominio può decidere di collegarsi e condividere la connessione a internet, un archivio di dati, una stampante comune riducendo allo stesso tempo la spesa e l’impatto ambientale.

L’impatto ambientale dell’era digitale è infatti spesso sottovalutato. Come scrive l’attivista Silvia Ribeiro in un suo recente articolo su un tema poco affrontato soprattutto nell’ambito ecologista: “ Uno degli aspetti più pesanti e allo stesso tempo “invisibili” dell’era digitale, è che contrariamente a quanto si potrebbe pensare, gli impatti materiali sull’ambiente, sulle risorse e sulla domanda di energia sono enormi. Jim Thomas,condirettore del Gruppo ETC, lo esemplifica in tre settori: l’iceberg dell’infrastruttura digitale, la domanda di archiviazione dei dati e la vorace domanda energetica per l’uso delle piattaforme digitali”.

Condividendo l’infrastruttura, l’uso dei campi elettromagnetici e i dispositivi di archiviazione l’impatto ambientale potrebbe essere drasticamente ridotto.

La rete Guifi funziona come una maglia dove tutti gli utenti sono collegati fra loro. Il segnale sulle grandi distanze viene trasportato da antenne più potenti (super nodi) ai quali gli utenti si collegano con delle piccole ed economiche antenne (nodi).

Dove la comunità è più sviluppata e la densità degli utenti raggiunge una certa massa critica è possibile accedere a una connessione con fibra ottica. Questi servizi sono resi da imprese locali che utilizzano l’infrastruttura comune e allo stesso tempo contribuiscono al suo sviluppo ed alla sua manutenzione.

A Siviglia il primo super nodo è stato installato tre anni fa nel luogo simbolo della resistenza della città. La casa grande del Pumarejo, è un edificio storico situato nella parte nord del centro, una delle poche case “de corral” che si conservano intatte (la tipica casa sivigliano dove le le abitazioni affacciavano su un patio dedicato alle attività comuni). Un quartiere che ha una lunga storia di resistenza ma che è ormai investito dalla seconda ondata di gentrificazione. La prima espulse negli anni ’90 la popolazione storica di estrazione operaia per rimpiazzarla con giovani izquierdisti e progressisti di classe media, che a loro volta stanno abbandonando il quartiere a causa della turistificazione selvaggia che ha ridotto drasticamente il numero di appartamenti disponibili per i residenti ed ha reso il costo degli affitti insostenibile. Nel 2000 il tentativo di trasformare la casa del Pumarejo in un albergo di lusso viene respinto con una compatta reazione collettiva, che non solo impedisce la vendita dell’edificio ma riesce anche ad ottenerne la classificazione di monumento e l’acquisizione da parte dell’amministrazione locale. Da allora è in corso un braccio di ferro sulle necessarie opere di ristrutturazione. Le associazioni, i collettivi, gli attivisti che animano la casa del Pumarejo non cedono alla volontà dell’Ayuntamiento di volerne unilateralmente decidere la destinazione d’uso e pretendono un processo partecipato che riconosca l’uso sociale degli ultimi 20 anni e la forma di vita comunitaria tipica dei suoi abitanti, di cui oggi restano due anziane signore.

E’ naturale quindi che i sei attivisti che hanno dato vita a SevillaGuifi trovino accoglienza nella casa del Pumarejo guadagnando anche il sostegno della Rete Moneta Sociale Puma. La rete ha creato una moneta locale che si utilizza per scambiare prodotti e servizi nel quartiere senza ricorrere alle banconote. E’ basato sul sistema anglosassone LETS (Locale exchange Trade System), un meccanismo attraverso il quale si acquisiscono crediti e debiti in funzione di cosa e quanto si scambia con gli altri membri della comunità. La rete garantisce poi a chi ne fa parte di poter accedere a prodotti di prima necessità attraverso una centrale di rifornimento organizzata settimanalmente in collaborazione con produttori locali. Tra le sue attività anche il “puma funding” una piccola linea di finanziamento per progetti virtuosi di economia locale.

E’ in questo ecosistema sociale e con un prestito di 2000 Euro della moneta locale che tre anni fa viene installato il primo Super Nodo al Pumarejo. Siviglia entra nella rete la Guifi. Da allora la rete è cresciuta ed altri super nodi sono stati installati in città.

Ma quali sono i fondamenti teorici del Guifi e quali le sue implicazioni pratiche?

Innanzitutto lo sviluppo di una rete libera da controlli e condizionamenti. Ogni utente possiede un pezzetto dell’infrastruttura e nessuno è in grado di spegnere l’interruttore o condizionarne il funzionamento. Questo aspetto ha importanti ricadute pratiche in un’ epoca in cui repressione e limitazione della libertà di espressione vengono ogni giorno messe a repentaglio dallo stato e dal mercato. Un esempio recente è il referendum autorganizzato per l’indipedenza della Catalogna del 1 ottobre 2017. I giorni precedenti la consultazione la Guardia Civil, su ordine della procura, ha obbligato tutti gli operatori delle telecomunicazioni a bloccare l’accesso alla pagina web “referendum.cat” che riportava informazioni ed istruzioni per la partecipazione dei cittadini al voto e ad altre decine di siti web che appoggiavano il processo. Quest’ordine non ha potuto colpire la rete Guifi non essendoci nessuno che controlla e distribuisce la comunicazione e non avendo nessuna relazione con organismi statali. Tutti gli utenti hanno infatti continuato ad avere accesso alle pagine bloccate.

Al principio di rete libera si affianca quello di neutralità. La rete è infatti indipendente dai suoi contenuti, non li condiziona e circolano liberamente. Gli utenti possono accedere e produrre contenuti indipendentemente dalle loro possibilità finanziarie o condizioni sociali. Non esiste alcun filtro.

Al principio questo tema è stato oggetto di dibattito” spiega Pablo Mallén Pascualvaca uno de fondatori di Sevilla Guifi “ma il punto è che chi vuole utilizzare la rete per veicolare contenuti contrari ai nostri principi etici può farlo con qualsiasi tecnologia, il nostro obiettivo è garantire uno strumento di resistenza alla società civile. E’ come il protocollo Onion Routing, che permette attraverso una serie di reindirizzamenti di rendere anonima la navigazione, ovviamente può essere utilizzato anche da organizzazioni criminali che però avrebbero in ogni caso tutti i mezzi per accedere a tecnologie analoghe. Il problema sono, ad esempio, tutti i giornalisti che lavorano in quei paesi dove si rischia la vita ogni giorno, spesso senza mezzi per comunicare o inviare informazioni all’esterno”.

Credo che un altro concetto importante del nostro progetto sia la resilienza” continua Pablo “se una parte della rete si danneggia o viene meno la rete continua a funzionare. Anche le connessioni ad operatori esterni dei super nodi hanno connessioni via radio di riserva”.

A ben vedere il concetto di resilienza caratterizza il Guifi al di là degli aspetti tecnici e la modalità con la quale la rete ha raggiunto Siviglia ne è una dimostrazione concreta. La decentralizzazione della rete consente di fatto una rilocalizzazione dei servizi andando a sostegno di un modello di economia collaborativa e di filiera corta alternativa al monopolio delle multinazionali. Ciò è possibile grazie ad un’altra caratteristica importante del Guifi, ovvero la sua apertura. La rete mette a disposizione la conoscenza tecnica e l’accesso pubblico a tutte le persone interessate a favorire la crescita e lo sviluppo dell’infrastruttura evitando dipendenze tecnologiche.

L’infrastruttura è di fatto il bene comune e la gestione collettiva il fattore che ne garantisce la libertà, la neutralità e la resilienza.

Chiunque può partecipare allo sviluppo o al miglioramento della rete a livello individuale, collettivo o di economia etica e di piccola scala. L’accordo tra gli utenti è sancito dal contratto di adesione e licenza RALN (Red de Telecomunicaciones Abierta, Libre y Neutral).

Allo scopo regolare il rapporto con soggetti economici la Fondazione Guifi.net ha stipulato una serie di accordi con imprese, professionisti e associazioni che agiscono come operatori di rete e fornitori di servizi. Gli operatori e i fornitori di Guifi.net collaborano a sviluppare e mantenere la rete come un bene collettivo aperto a tutti. Gli è consentito condurre un’attività economica per offrire agli utenti dei servizi di telecomunicazione a prezzi differenti utilizzando l’infrastruttura comune.

La fondazione incoraggia l’investimento nella rete e permette che questo generi un ritorno giusto sia a livello economico che sociale. Ciò avviene attraverso un sistema di compensazioni, ovvero un insieme di criteri per riconoscere i costi sostenuti in relazione allo sviluppo della rete ed i benefici ottenuti in proporzione all’utilizzo dell’infrastruttura. A tal fine lavorano diversi “tavoli di compensazione” nei quali partecipano tutti gli attori coinvolti sulla base di alcuni parametri quali il miglioramento, la manutenzione e l’efficacia della rete e la sua gestione come “banca” di risorse comuni.

Le imprese che collaborano con il Guifi sono per la maggior parte cooperative, come per esempio Somos Conexión, sorella minore della più antica Som Energia la prima cooperativa di energia pulita della Spagna, che offre ai suoi soci servizi di telefonia fissa e internet contribuendo allo sviluppo della rete di fibra ottica.

Dopo aver portato il Guifi in città stiamo cercando anche noi di costituire una cooperativa locale per contribuire allo sviluppo del progetto ed offrire servizi di telecomunicazione liberi ed indipendenti, basati su un modello di economia sociale. Ancora il numero degli utenti non è altissimo, ma stiamo continuando a crescere” conclude Pablo.

A Siviglia le buone pratiche sociali avanzano, al suo ritmo lento, grazie ad un tessuto sociale ancora vivo.

Bibliografia

Fodazione guifi: https://fundacio.guifi.net/

Guifi.net: https://guifi.net/

Casa Grande del Pumarejo: http://www.pumarejo.es/

Pumarejo: http://www.dalbasso.net/il-pumarejo-a-siviglia-resistenza-beni-comuni-e-moneta-sociale/

Silvia Ribeiro: https://comune-info.net/2018/05/limpatto-invisibile-dellera-digitale/

Caterina Amicucci

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