BRASILE E FOOTBALL: DIVORZIO IN VISTA ? (II parte)

MININOTIZIARIO AMERICA LATINA DAL BASSO,  n.7/2014 del 10.06.2014  A CURA DI ALDO ZANCHETTA

ANCORA SULLA FIFA

FBL-WC2014-CONFED-PROTESTRiprendiamo il discorso dove lo avevamo lasciato, esaminando il ruolo della F.I.F.A. nella gestione della Copa, per passare nel mininotiziario immediatamente successivo a questo al contesto delle proteste sociali che si sono già preannunciate e la cui ampiezza e le cui possibili conseguenze sono imprevedibili. Dopodomani vedremo.

Ci soffermiamo su questa istituzione internazionale perché è un esempio tipico di come queste organizzazioni potentissime possono condizionare gli Stati, anche quelli che hanno una “presidenta” del Partito dei Lavoratori. La Copa è uno di quegli “eventi shock” (Naomi Klein) che caratterizzano ormai le nostre economie, accompagnati immancabilmente da violenze e malaffare.

Nel Mini n.5 avevamo inquadrato le principali figure brasiliane della FIFA. La corruzione che le ha coinvolte non è l’eccezione nella FIFA, che può a buon diritto essere sospettata di essere una organizzazione mafiosa[1]. Essa è registrata a Zurigo come “organismo di utilità pubblica”, risparmiando così grazie a questa qualifica una consistente contribuzione fiscale, pagando 3,1 milioni di franchi fra il 2007 e il 2010 anziché 180 milioni come avrebbe dovuto pagare come piccola-media impresa. Anche per la Copa sembra che godrà di un trattamento fiscale di favore da parte del governo brasiliano.

Andiamo però oltre i singoli personaggi del vertice mondiale, con fedine tutt’altro che brillanti, e cerchiamo di delineare la sua filosofia affaristica. Per la FIFA la Copa è una manifestazione privata messa in vendita a paesi, canali di televisione e imprese multinazionali. Il paese che se la aggiudica deve sostenere una serie di investimenti indicati dalla FIFA stessa e, se va bene, ne ricaverà benefici soprattutto di medio termine (miglioramenti strutturali), a parte l’entrata di valuta estera degli spettatori affluiti dall’estero. Alla FIFA vanno le entrate dei biglietti, dell’appalto agli sponsor ufficiali (12 nel caso specifico: Coca Cola, Sony, Adidas etc), le percentuali sui prodotti da esse venduti, sulla vendita di oggetti ricordo e magliette, diritti televisivi e altro. Fra le richieste esose della FIFA c’è stata quella, esaudita dal governo, di impedire la presenza negli stadi e nelle loro vicinanze di venditori ambulanti.

Su qu

esti introiti la FIFA non pagherà allo Stato alcuna imposta. Secondo l’ex calciatore Romario, passato alla politica, la Fifa trarrà un utile di 1,8 miliardi di $ e non pagherà un centavo dei circa 450 milioni di $ che a cose normali avrebbe dovuto pagare di imposta. Ma altri parlano di 4 miliardi di $ totali per le entrate della FIFA.

<<Per il paese anfitrione esiste una serie di promesse e di aspettative di produzione di ricchezza che possono non realizzarsi creando così un debito pubblico. Secondo i dati resi noti nel febbraio 2014 dal ministro per lo sport, Aldo Rebelo, la spesa massima attualizzata per l’organizzazione del mondiale è di 13,75 miliardi di $ con la speranza di un ritorno tre volte più grande per l’economia del paese, ovvero di 46 miliardi di $.>> Quest’ultimo è uno dei punti più controversi su cui si discuterà a lungo.fifa3

Nelle 12 città in cui si s

IL BALLETTO DELLE CIFREvolgeranno le partite del torneo (Río de Janeiro, Sao Paulo, Belo Horizonte, Brasilia, Fortaleza, Salvador, Porto Alegre, Recife, Manaos, Natal y Curitiba) è previsto l’afflusso di almeno 600mila turisti stranieri con circa 3 milioni e seicentomila presenze sui campi. I 12 stadi hanno complessivamente una capienza di 662mila persone. Secondo stime ogni persona che si recherà in Brasile per assistere ai mondiali spenderà fra i 16mila e i 41mila e duecento dollari (trasporti, hotel, ingresso agli stadi etc). I biglietti costeranno fra 290 e 600 $ a partita (cifra inarrivabile per le classi medio-basse e per la popolazione povera).
E dai primi calcoli provvisori i costi per il rifacimento degli stadi e per le nuove infrastrutture sono più che triplicati! Da sottolineando inoltre che, per evitare un black out nel corso dei 14 giorni in cui si terrà l’evento, il Brasile ha dovuto sborsare 2,7 miliardi di dollari solo per migliorare il sistema elettrico.

<<Nel 2007 il Brasile presen

tò un documento alla FIFA nel quale si calcolava in 1,1 miliardi di $ l’investimento totale per costruire o ristrutturare 12 stadi di football e p

er la costruzione o la modernizzazione della sua infrastruttura di trasporti e di servizi, secondo le principali richieste della FIFA.>> (In realtà, nota dello scrivente, l’1,1 miliardi sarebbe stato l’investimento previsto per i soli stadi).

La FIFA infatti

impone le condizioni ai paesi organizzatori : efficiente rete dei trasporti (aereoporti, porti, metropolitane, sistemi ferroviari e stazioni di autobus), rete alberghiera, di energia e sistemi di telecomunicazioni, oltre a ospedali e apparati di sicurezza.

Sui costi reali però c’è un incr

edibile balletto delle cifre. Mentre il governo brasiliano, come si è visto, parla di 13,5 miliardi di $, le analisi della società di rev

isione Ernst & Young Terco e della Fondazione Getulio Vargas, parlano di una spesa di 63 miliardi di $. Nel mezzo la valutazione dell’Abdib, Associazione brasiliana di infrastruttura e industria di base, che parla di 48 miliardi di $.[2] La sola ristrutturazione dei 12 stadi sembra essere costata 3.5 miliardi di $ ovvero più di tre volte tanto. Lo stadio di Manaus, capitale dell’Amazzonia, ha richiesto un investimento di 400 milioni di $. Le statistiche dicono che alle partite di normale campionato in questo stato assistono in media 500 persone! Un investimento per il futuro?

Come si vede la spe

fifa2sa prevista nel 2007 era enormemente sottostimata, senza considerare che alcuni dei lavori promessi non saranno pronti per l’evento come ad es. il treno a alta velocità fra Sao Paulo e Rio (che non sarà pronto neppure per le Olimpiadi del 2016 (giornale O estado de Sao Paulo).

Un caso che ha destato molto scalpore è stato quello della ristrutturazione del famoso stadio Maracanã di Rio de Janeiro il cui costo era previsto in 600 milioni di reais e che in realtà è costata oltre 900 milioni, dopo costi di ristrutturazione negli anni precedenti per 600 milioni. Ma stime recenti parlano per l’attuale ristrutturazione di 1,2 miliardi di reais. L’ultima ristrutturazione ha comportato stravolgimenti delle zone circostanti fra cui la distruyzione della Casa do Indio, luogo culturale tradizionale degli indios. Dopo questa ristrutturazione il governo dello Stato di Rio ha concesso la gestione per 35 anni a una società privata.(Al cambio odierno 1$ vale 2,2 reais).

Questo il quadro economico in cui si presenta la Copa.

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